Categories

Il Pianto di Agamennone

Autore
Federico Malvaldi
Ciclo #7 - Spaghettogonie
Drammaturgia
7 ottobre 2021

Prologo


Silenzio. Una ragazza vestita di bianco con una corona di rose bianche adagiata sulla testa avanza lentamente. Piange ma ha lo sguardo fiero. Dietro di lei Agamennone in tutto il suo splendore di eroe. Si fermano uno dinanzi all’altra, si guardano. Poi, lentamente, Ifigenia apre le braccia e Agamennone la colpisce a morte.

Buio. Il rumore del vento.

Atto I


Cassandra è seduta su Agamennone. I due sono seminudi in un letto. Cassandra ride ancora.

CASSANDRA: Fallo ancora!
AGAMENNONE: (fa il verso di un gorilla)
CASSANDRA: Più forte! Ancora più forte!
AGAMENNONE (fa il verso del gorilla)
CASSANDRA (ride)
AGAMENNONE: Sei un uccellino.
CASSANDRA (ride ancora e fa il verso di un uccellino)
AGAMENNONE: Sei il mio uccellino.
CASSANDRA (ride e fa il verso di un uccellino)

Si baciano.

CASSANDRA: Sei un pazzo.
AGAMENNONE: Cos’hai detto?
CASSANDRA: Ho detto che sei pazzo –
CASSANDRA: Mi fai male.
AGAMENNONE: Stai ferma.
CASSANDRA: Io ti –

Cassandra spinge Agamennone con la schiena sul letto, rimanendo seduta sopra di lui. Gli stringe la gola con le mani.

AGAMENNONE: Fallo.
CASSANDRA: E poi?
AGAMENNONE: Non ti vede nessuno.
CASSANDRA: Che ne faccio del tuo corpo?
AGAMENNONE: Sapresti da chi farti aiutare.

Silenzio.

AGAMENNONE (guardandola, fa il verso del gorilla e finge di morire)

Cassandra ride. Lo bacia.

CASSANDRA: Sei fuori di testa.
AGAMENNONE: Non mi provocare.
CASSANDRA: Non ho paura di un eroe in rovina.
AGAMENNONE: Di un uomo in rovina, è di questo che devi avere paura.
CASSANDRA: Tu non lo sei.
AGAMENNONE E cosa sono? (pausa) Cosa vedi?
CASSANDRA: Un uomo bello.
AGAMENNONE: Vecchio.
CASSANDRA: Dolce.
AGAMENNONE: Finito.
CASSANDRA. Pieno d’amore.
AGAMENNONE: Che non conta più nulla.
CASSANDRA: Sei il re.
AGAMENNONE: Solo questo. Sono solo questo.
CASSANDRA: Non ti basta?
CASSANDRA: A me basta. (breve pausa) A volte fingo di essere la tua regina.

Silenzio.

CASSANDRA: Agamennone. (pausa) Guardami.
AGAMENNONE (la guarda)
CASSANDRA: Mi dispiace.
CASSANDRA: Non devi pensare che –
AGAMENNONE: Non ti devi scusare. Non tu.
CASSANDRA: Non pensiamoci, va bene? Non stanotte. Vieni qui…
AGAMENNONE (oppone resistenza)
CASSANDRA: Che c’è? (breve pausa) Agamennone.

Agamennone fa per accarezzarle una guancia, poi ritrae la mano.

AGAMENNONE: Le mie mani sono vecchie e sporche… e per quanto io lavi e strusci e lavi ancora, io –
CASSANDRA: Basta. (pausa) Stanotte non voglio parlare del passato.
AGAMENNONE: È qui con noi. Tutto quello che abbiamo fatto, che abbiamo passato, è qui con noi.
CASSANDRA: Proprio non ce la fai.
AGAMENNONE: Aspetta, resta qui.
CASSANDRA: Da quando siamo tornati da Troia non ci sei mai. A me restano solo gli avanzi del tuo tempo e tu non fai altro che sprecarlo con questi discorsi. Sei ossessionato. Sembra che tu non riesca a pensare ad altro. Ti bacio e pensi alla guerra, facciamo l’amore e pensi alla morte –
AGAMENNONE: Solo con te posso parlarne.
CASSANDRA: Certo… sfoga pure tutto su di me. A questo servo, no? A farti sfogare tutta la confusione che hai nella testa. Il lato migliore di Agamennone spetta a Clitemnestra… il grande re, il grande eroe. A Cassandra invece –
AGAMENNONE: Il pover’uomo.
CASSANDRA: Forse voglio qualcos’altro.
AGAMENNONE: Tipo cosa? Cosa vuoi?
CASSANDRA (pausa): Lascia perdere, un asino sarebbe meno testardo.
AGAMENNONE: Dillo. Invece di fare sempre queste storie, dì cosa vuoi.
CASSANDRA: Nulla. Non voglio nulla di quello che sei disposto a darmi.
AGAMENNONE: Di quello che posso darti.
CASSANDRA: Certo. Hai dei doveri, degli obblighi. Non è vero? È questo che dici sempre. Parole, nient’altro che parole. (pausa) Ti lascio ai tuoi doveri, non voglio rubarti altro tempo.
AGAMENNONE: Resta qui. Per una notte resta qui.
CASSANDRA: No. Adesso ho mille pensieri, qui, che mi girano nella testa…
AGAMENNONE: Una notte senza litigare.
CASSANDRA: Sei tu che vuoi litigare!

Silenzio.

AGAMENNONE: Torna qui.
CASSANDRA: No.
AGAMENNONE: Non ti rivestire.
CASSANDRA: Non ho più voglia. Ho freddo… e sono stanca.
AGAMENNONE: Cassandra –
CASSANDRA: Ho bisogno di stare da sola, se non ti dispiace.
AGAMENNONE: Hai tutto il giorno per stare da sola. Abbiamo tutto il giorno per stare lontani e non poterci guardare, toccare –
CASSANDRA: Io non so se ne vale ancora la pena.
AGAMENNONE: Non sei tu a doverlo decidere.
CASSANDRA: E allora, dimmi, cosa posso fare per allietarti? Forse posso raccontarti una buona storia, o cantarti una canzone, danzare… o magari posso esaudire un’altra delle tue perversioni.
AGAMENNONE: Smetti.
CASSANDRA: Cosa direbbe tua moglie se sapesse come mi chiami la notte? / Se sapesse come vuoi essere preso… / sottomesso, piegato al volere di una schiava –
AGAMENNONE: Smetti.
AGAMENNONE: Smetti, ho detto.
AGAMENNONE (cercando di afferrarla): Stai zitta!

Agamennone cade dal letto.

CASSANDRA: Dì alla guardia fuori dalla stanza di lasciarmi passare.
AGAMENNONE: Tu non vai da nessuna parte.
CASSANDRA: Diglielo!
AGAMENNONE: Non urlare.
CASSANDRA (urlando più forte): Diglielo!
AGAMENNONE: Ti farà passare, non urlare.
AGAMENNONE: Non urlare…

Silenzio.

AGAMENNONE: Sono il tuo re.

Silenzio.

AGAMENNONE: Sono il re.
CASSANDRA: Non il mio.
AGAMENNONE: Potevo lasciarti lì.
CASSANDRA: Potevi, ma non lo hai fatto. Mi hai portata con te. Mi hai chiuso nella stiva di una barca e poi in una stanza di questo palazzo. Mi hai fatto diventare il tuo giocattolo e ora io gioco. È questo che vuoi, no? Un gioco. Hai già una moglie… hai un regno… ma a te non basta. Vuoi di più, sempre di più… così la notte mi fai venire qui, da te… mantenendo le tue promesse di regalità con fatti da prostituta. (pausa) Ma i giochi, a volte, sono pericolosi. Si rompono e rischi di scheggiarti. Di farti male. Devi trattarli con cura se vuoi continuare a giocare.

Cassandra si siede sulle gambe di Agamennone.

AGAMENNONE: Aiutami.
CASSANDRA: Non si può aggiustare quello che si è rotto.
AGAMENNONE: Aiutami ad alzarmi.
CASSANDRA: Io non posso essere tutto quello che vuoi.

Lo bacia e poi si alza.

CASSANDRA: Alzati da solo.

Cassandra esce. Agamennone prova ad alzarsi facendo leva sul bordo del letto. Prova e riprova, senza riuscire. È straziante. Ricade. Buio.



Piove. Agamennone, vaga in carrozzina per i corridoi del palazzo e arriva davanti alla porta della stanza di Cassandra, la quale giace nel letto.

AGAMENNONE (voltando la testa): Chi sei? (pausa) Ah… sei tu!? (pausa) Mi sembrava… (si volta di scatto) Sei qui? Pio pio… pio pio pio. (pausa) La notte mi confonde. Tutti dormono e il tempo non esiste più. Non esiste più nulla. Gli amanti, i nemici, i fratelli… dormono tutti. Gli uomini, le donne, i figli. Tutti. Mi sembra di sentire la città respirare. Mi sembra di sentire i loro sogni, tutti qui, nella mia testa. Chi sei? Sei qui? (pausa) Posso sentire i loro sogni fra le mani. Toccarli… annusarli… chi sei? Chi sei? (pausa) Di notte Ipno passeggia e ride con suo fratello, si aggira fra i letti degli uomini sciocchi… e ignari. Ma io… io non riesco a dormire, io non posso dormire. E resto qui, solo con lei, con la mia… con la mia… Pio pio. Pio pio pio… la casa dorme, la vita dorme, il vento… tutto tace, tutto tranne la pioggia. La pioggia che lava le strade, che bagna la terra. La pioggia che fa piangere il mondo. Che ore sono? (pausa) Vorrei bussare alla sua porta, interrompere i suoi sogni e… stringerla. Dirle che va tutto bene… va tutto bene. (pausa) Il suo sonno è leggero… gli incubi lo rendono leggero. (sussurrando) Ehi… uccellino! Ehi!

Silenzio.

CASSANDRA (tra sé): Vai via, ti prego. Vai via.

Silenzio.

AGAMENNONE: Ehi… psss… sei sveglia?
CASSANDRA (resta il silenzio, cercando di calmare il respiro pesante)
AGAMENNONE: Uccellino mio?
CASSANDRA (le scappa un singhiozzo)
AGAMENNONE: Mi senti? Sono qui. Il tuo gorilla. Il tuo dolce gorilla.
CASSANDRA (cerca rifugio nel proprio corpo)
AGAMENNONE (fa il verso del gorilla)
CASSANDRA: Non voglio più giocare.
AGAMENNONE (fa il verso del gorilla)
CASSANDRA (balbettando): Non voglio più.
AGAMENNONE: Ti porterò via da qui, ti farò felice. Uccellino mio? (fa il verso del gorilla) Pio pio. Pio pio pio… Mi apri? Uccellino mio.
CASSANDRA (fa il verso dell’uccellino)
AGAMENNONE (fa il verso del gorilla)
CASSANDRA: Grande Atride… la notte è fonda, perché sei sveglio?
AGAMENNONE: Andremo via. (pausa) Tu e io, andremo via. (pausa) Sei felice? Fammi entrare, giochiamo insieme.
CASSANDRA: È tardi, dovremmo dormire, riposare per la partenza.
AGAMENNONE: Non vuoi giocare con me?
CASSANDRA: Sono stanca.
AGAMENNONE: Fammi entrare, ti prego. Sarò dolce. Sarò delicato. Sarò tuo.
CASSANDRA: Adesso non voglio.
AGAMENNONE: Perché no? Non mi vuoi?
CASSANDRA: Ho bisogno di dormire.
AGAMENNONE: Dormiremo insieme.
CASSANDRA: Di stare sola.
AGAMENNONE: Staremo soli insieme.
CASSANDRA: Ho bisogno di –
AGAMENNONE: Apri questa porta!
CASSANDRA (resta in silenzio, tremante)
AGAMENNONE: Aprila!
CASSANDRA (si mette a sedere e estrae un pugnale da sotto il cuscino del letto.)
AGAMENNONE: Aprila… ti prego.
CASSANDRA (si alza in piedi e, col pugnale in mano, si avvicina alla porta)
AGAMENNONE: Sarò dolce, lo giuro. Sarò tutto quello che vuoi.
CASSANDRA (sussurrando, tra sé, come una preghiera): Mamma, mettimi una corona sulla testa, una corona di vittoria. Sii contenta: sposo un re. Accompagnami e spingimi se non sono pronta ad andare. Se è vero che Apollo esiste, sarò per Agamennone, il glorioso signore dei Greci, una sposa più tremenda di Elena… lo ucciderò, distruggerò la sua casa e così vendicherò mio padre e i miei fratelli. (pausa, a lui) Sono stanca delle tue promesse.
AGAMENNONE: Lo so, ma non saranno promesse per sempre.
CASSANDRA: Non posso fidarmi di te, dell’amore che racconti –
AGAMENNONE: Io ti amo, ma non so amarti e il battito del tuo cuore si confonde con quello delle mie paure.
CASSANDRA: Le tue paure mi uccideranno.
AGAMENNONE: Le mie paure ci salveranno. L’uomo che ha paura è un uomo saggio e arriva sempre alla fine della strada. Apri questa porta, uccellino mio, ti prego. Sono qui. Sono tuo.
CASSANDRA (dopo aver nascosto un pugnale nella veste, apre la porta)

Agamennone, a fatica, entra nella stanza.

AGAMENNONE: Perché non volevi aprire?
CASSANDRA: Pensavo fossi arrabbiato.
AGAMENNONE: C’è qualcosa nel tuo sguardo…
CASSANDRA: Sssh… non parlare, vieni qui.
AGAMENNONE: Qualcosa che non capisco.
CASSANDRA: Possiamo stare insieme, adesso.
AGAMENNONE: Un carnefice non dovrebbe mai fidarsi della propria vittima.
CASSANDRA: Io non sono una vittima e tu non sei il mio carnefice.
AGAMENNONE: E cosa siamo? Sai dirmelo?
CASSNDRA: Noi… un uomo e una donna che si sono incontrati nella sfortuna del loro destino. Un uomo e una donna che provano a farsi compagnia… che provano a nascondersi dalle tragedie della vita. (pausa) Ti ho fatto entrare, lascia fuori le tue paure, lascia che mi prenda cura di te.
AGAMENNONE: Quando ne avevo davvero bisogno, non lo hai fatto.
CASSANDRA: Sono con te ogni notte.
AGAMENNONE: Quando ho perso l’uso delle gambe ero solo.

Silenzio.

AGAMENNONE: Dov’eri mentre la febbre cercava di uccidermi?

Silenzio.

AGAMENNONE: Mentre il dolore e i fantasmi mi torturavano?
CASSANDRA: Pensavo tu volessi giocare.
AGAMENNONE: Rispondimi.
CASSANDRA: Ti ho già risposto molte volte.
AGAMENNONE (scandendo): Rispondimi.
CASSANDRA: Ero sul ponte della nave. Il mare era agitato e mi dava i crampi allo stomaco.
AGAMENNONE: Non hai mai sofferto il mare agitato.
CASSANDRA: Quella notte era in tempesta. C’era vento, c’era caos… e tu stavi male, io non sapevo cosa fare.
AGAMENNONE: A maggior ragione saresti dovuta restare sottocoperta. I fatti non tornano. Quella febbre è arrivata dal nulla. Non avevo ferite, non avevo niente. Ero Agamennone, l’eroe… e al mattino solo uno storpio.
CASSANDRA: Ma, nonostante questo, io sono qui e il battito delle mie paure non confonde quello del mio cuore.
AGAMENNONE (pausa): Non te ne andrai questa volta?
CASSANDRA: No, mai. (ride) Che sciocco che sei. Un gorilla sciocco.
AGAMENNONE (rimane in silenzio)
CASSANDRA: Il mio bellissimo gorilla sciocco e tormentato. (pausa) Mi sento così leggera adesso che sei qui e abbiamo parlato, così… come una piuma! Quando non ci sei tutto diventa nero, faticoso… ma quando sei qui. (ride) Pensavo di averti fatto arrabbiare, stasera. Sono stata… cattiva… ma lo sai che sono solo una ragazza e a volte la gelosia… io ho perso tutto e non sono mai stata amata davvero. Vorrei averti tutto per me, sempre e solo tutto per me. Ma adesso sei qui! Amore mio… avrei voglia… avrei… voglia di ballare! A te va di ballare?
AGAMENNONE: È notte fonda.
CASSANDRA: E allora? Qui non ci sente nessuno. Siamo lontani dalle altre stanze della casa.
AGAMENNONE :I domestici –
CASSANDRA: Da quando ti preoccupi di loro?
AGAMENNONE: Io non posso. Non ci riesco.
CASSANDRA Sì che puoi, puoi tutto quello che vuoi! Insieme a me puoi fare qualsiasi cosa!
AGAMENNONE: Le mie gambe –
CASSANDRA: Ti aiuto io! Possiamo danzare e… e non pensare a nulla e fare finta di essere soli… nel mondo. Ecco… ecco… aggrappati alle mi spalle, così! Sei pronto? Sei pronto, Agamennone? Agamennone! Al mio tre! Non hai mai ballato con me…
AGAMENNONE: Sei proprio folle.
CASSANDRA: Al mio tre. Pronto?
AGAMENNONE: Sì.
CASSANDRA: Uno, due… tre!

Con fatica, Cassandra fa alzare Agamennone dalla carrozzina. L’uomo si mostra in tutta la sua fragilità.

CASSANDRA: Ce la fai?
AGAMENNONE: Sì.
CASSANDRA: Piano.
AGAMENNONE: Sì.

Ballano.

CASSANDRA: Hai visto?
AGAMENNONE: Sì.
CASSANDRA: Non sei felice?
AGAMENNONE: Sì.
CASSANDRA: Anche io lo sono. Tanto.
AGAMENNONE: E allora perché piangi, uccellino mio?

A Cassandra cade il pugnale. Agamennone si allontana con una spinta e cade a sua volta.

CASSANDRA: Aspetta.
AGAMENNONE: Cos’è quello?
CASSANDRA: Fammi spiegare.
AGAMENNONE (urlando): Cos’è quello?
CASSANDRA: È un malinteso, lasciami –
AGAMENNONE: Tu volevi –
CASSANDRA: No!
AGAMENNONE: Stai lontana da me!
CASSANDRA: Ti prego, ascoltami. È un malinteso, è tutto un grossissimo –
AGAMENNONE: Non ti voglio sentire, non ti voglio ascoltare.
CASSANDRA: Avevo paura.
AGAMENNONE: No, no, no!
CASSANDRA: Non lo avrei mai fatto, lo sai.
AGAMENNONE (cercando di issarsi sulla carrozzina): Stai lontana da me! (pausa) Dovevo immaginarlo. Cosa potevo aspettarmi da te? Amore? Comprensione? Cosa? Non hai fatto altro che giocare con la mia testa, con le mie debolezze. Parlami, mi dicevi: parlami. Voglio sapere tutto. Le tue paure, i tuoi mostri… voglio sapere tutto: quello che sei, cosa ti piace, cosa vuoi… e io l’ho fatto, come uno sciocco. Ti ho dato la mia anima, ti ho dato le mie paure, il mio amore… la mia fiducia e i segreti di cui più mi vergogno. Con quei segreti sono entrato nel buio dei tuoi occhi e ci sono affogato dentro. E ora non respiro. Ora non respiro e tu mi uccidi.
CASSANDRA: Lasciami spiegare.
AGAMENNONE: No. (pausa) No.
CASSANDRA: Non volevo ucciderti.
AGAMENNONE: Dov’eri quella notte?
CASSANDRA: Agamennone –
AGAMENNONE (urlando): Cos’hai fatto quella notte?

Silenzio.

AGAMENNONE: Te ne andrai –
CASSANDRA: Cosa? No! Io –
AGAMENNONE: Lontano da qui. Non ti voglio più vedere. Non ti voglio più –
CASSANDRA: Agamennone, io –
AGAMENNONE (urlando): Stai lontana da me!
CASSANDRA: Dovevo difendermi!
AGAMENNONE: Da cosa? Non ti ho mai fatto del male –
CASSANDRA (urlando): Questo non è vero e lo sai anche tu!

Silenzio.

AGAMENNONE: Domani all’alba te ne andrai e se non lo farai da sola, ti scorterà qualcuno assicurandosi che tu non faccia mai più ritorno.

Agamennone, che è riuscito a sedere sulla carrozzina, esce.

CASSANDRA: Su la fiaccola, qui: fai luce!
Ecco, ecco: luce nel tempio!
Con la mia torcia onoro
questo luogo sacro.
Imeneo, Imeneo, dio delle nozze!
Evviva lo sposo! Evviva me!
Ad Argo mi sposerò con un re!
Imeneo, Imeneo, dio delle nozze!
Mamma, tu non fai altro che piangere
per la morte di papà, per la nostra patria,
e allora tocca a me levare la fiaccola,
fare luce per il mio matrimonio,
questa luce è per te, dio delle nozze,
per te, Ecate, signora dei morti
è così che si fa
quando una ragazza si sposa.

Silenzio.

CASSANDRA: Quando una ragazza si sposa…

Buio.


Di seguito, il testo completo della drammaturgia.